Volume I, quarta sessione – In giro per Sidone

Cronaca della prima avventura “La squadra suicida” della campagna di D&D “Quella sporca quartina”

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In breve

Siamo tornati da Servilia e, beh, alla fine abbiamo deciso che ci tocca fidarci. Poi siamo andati a cercare lo Stendardo nel Tempio dell’Imperatore.

Il nostro primo oggetto magico

Eravamo rimasti nel magazzino in fiamme, con una dozzina di cadaveri di nani alle spalle e con Chiomarossa, sconfitto, bloccato a terra da Llew.

Per prima cosa leghiamo Chiomarossa, lanciamo un individuazione del magico e ci mettiamo a cercare cosa valga la pena saccheggiare: i buoni siamo noi, no? Viene fuori che di magico c’è solo il martello di Chiomarossa (il nostro primo oggetto magico, peccato che nessuno voglia usarlo!) e un portale magico lungo una della pareti della stanza da cui lui stava uscendo. In questa stanza troviamo anche un bel po’ di soldi e una serie di rastrelliere piene di tutte le armi che si possono volere.

Torniamo da Chiomarossa e iniziamo a interrogarlo. Lui è piuttosto incazzato con noi, ma comunque a domanda risponde: il magazzino è stato requisito dai legionari per impedire a Servilia di continuare con i suoi sporchi traffici di borsa nera; lui non è un criminale, è un fabbro della Sacra Forgia di Moradin, come il compianto 3741 che avete appena ucciso, e sta fornendo tramite il portale le armi all’esercito assediato poiché la Madre dei Nani (o, meglio, i suoi Custodi) hanno decretato di bloccare le porte del ghetto e di non permettere più a nessuno di entrare o uscire fino alla fine dell’assedio; lui non c’entra nulla con i sicari che hanno attentato al gruppo: “che cazzo, non vedete che i miei son tutti nani?” L’atmosfera si scalda un po’ e viene messo a tacere con una bel colpo di pomello alla nuca.


I Nani

Ecco quello che più o meno tutti sanno sui Nani

  • esistono due stirpi di Nani: i Nibelunghi (Nani di collina) e i Longobarbi (Nani di montagna);
  • i Nibelunghi sono fabbri valentissimi e, nelle città dell’Impero, vivono in ghetti a loro riservati;
  • i Nani sono affetti da dimorfismo sessuale; ciascun clan nanico nasce attorno a una sola femmina, la Madre dei Nani. A prendersi cura della Madre sono i Custodi, i quali trasferiscono i voleri della Madre al resto del clan;
  • la divinità più adorata tra i Nani è Moradin, il Padre dei Nani;
  • i nomi dei Nani seguono lo schema clan-numero-casta-soprannome, ad esempio: Sidone 3915 Armaiolo Chiomarossa

Si torna da Servilia

Il master mette un po’ di fretta, ricordando che il gruppo ha fatto esplodere una palla di fuoco a ridosso del muro di cinta del porto e che quindi, prima o poi, qualche pattuglia verrà pure a controllare. Si decide allora di tornare alla tana di Servilia, portandosi dietro a peso morto Chiomarossa svenuto; al solito, si procede con il corvo di Heydak in modalità ricognitore di bassa quota e si evitano brutti incontri. Entriamo dalla porta principale, dopo l’ormai solito teatrino dell’ambulante che vuole vendere a Iris il mantello.

Il gruppo ha un po’ le palle girate, serpeggia il sospetto che Servilia li abbia, come dire, inchiappettati a dovere, e quindi si va dritti al piano di sopra, con Llew che ruggisce in muso a chiunque provi a intralciarli. Arrivati nel suo ufficio, troviamo Servilia che serafica invita gli eroi a sedersi, bere una zuppa calda, rilassarsi e finire il lavoro, perché lei aveva chiesto la testa di Chiomarossa e non il corpo completo con cuore ancora palpitante.

Lucius si spazientisce

La tensione inizia a salire, mentre il gruppo interroga Servilia per sapere se li abbia raggirati e se i sicari li avesse mandati lei; Servilia accetta pure di farsi lanciare una Zona di verità da Iris, tanto scopriamo che ha un carisma da record e passa il TS senza problemi: Chiomarossa, che nel frattempo è rinvenuto, inizia a insultare Servilia, chiamandola strega e assassina; anche al gruppo non è che ne risparmi poi molti di complimenti. Fatto sta che a Lucius salta il grillo e di punto in bianco scarica una deflagrazione occulta in pieno viso a Chiomarossa, spappolandolo. Servilia capisce che non è aria e accetta di pagarli anche se ha avuto il corpo senza testa, anziché la testa senza corpo; anzi, aggiunge sopra in omaggio anche la testa del sicario che le era stata portata poche ore prima, perché Iris ora la vuole come souvenir.

Il gruppo, con 400 mo in più, un fagotto sottobraccio con dentro una testa mozzata e la promessa che Servilia li aiuterà a trovare lo Stendardo, rientra alla locanda per riposare.

Iris parla con il morto

Ormai è mattina, ma siamo stanchi e andiamo a dormire; passano otto ore, ricarichiamo gli slot e i PF e Iris si appresta a lanciare parlare con i morti sulla testa mozzata, quando Heydak sente un rumore oltre la porta della camera. Va a vedere di soppiatto e scopre che è lo Sghembo, il servitore sciancato di Servilia, che dice che secondo le loro informazioni è sicuro che lo Stendardo attualmente è custodito nel Tempio dell’Imperatore, uno dei quattro tempi principali di Sidone, che si torva nella Spianata sacra, a nord-est, non lontano dal palazzo del legato.

Lo ringraziamo, salutiamo, tiriamo fuori la testa dall’armadio in cui Iris l’aveva gettata in fretta e furia per non farsi sgamare e partiamo con l’incantesimo. Scopriamo che i sicari erano la Banda del Pugnale Ritorto, dal nome della bettola in cui erano soliti incontrarsi; i loro nomi erano Giulius, Brutus, Furius, Albus, Nuntius e Claudius, quello che stiamo interrogando. Erano appunto dei sicari che si vendevano al miglior offerente ed erano stati pagati per mettersi delle bande rosse al braccio e attaccarli. Purtroppo è andata male e adesso che i demoni stanno per impossessarsi della sua anima, lui è terrorizzato e pentito. Fine della magia.

Decidiamo quindi di aspettare la sera prima di uscire per raggiungere la spianata sacra; nel mentre tramonta il sole e dobbiamo fare tutti il tiro salvezza. Questa volta lo canna Luna che tira un uno naturale, facendo sviluppare alla povera Iris un tratto bestiale pienamente sviluppato: le spuntano delle piume lungo tutte le braccia e inizia a sviluppare degli istinti da volatile: muove la testa a scatti, osserva di profilo, controlla sempre il pavimento per resti di cibo o piccoli insetti o animali; di contro queste piume le danno il potere del Volo della gallina, scusate se è poco.

Nella notte verso i templi

Ci lasciamo alle spalle la locanda e ci dirigiamo verso il tempio, facendo attenzione a evitare le pattuglie. Ma, mentre si attraversa una piazza, Iris si attarda e attira l’attenzione di una pattuglia che sta arrivando da un vicolo che dà sulla piazza. Heydak e Lucius si allontano, nascondendosi nelle ombre, mentre Llew corre indietro a dare manforte alla donzella in pericolo. La pattuglia circonda e sta per interrogare i due, quando da un vicolo esce il Comandante del Porto (il solito Lucius), che spiega come quella sia sua nipote che stava rientrando a casa con la sua guardia del corpo. Al che la pattuglia si mette sull’attenti, si scusa, si offre di accompagnarli alla loro dimora, ecc.

Risolto il problema con la pattuglia, raggiungiamo la spianata sacra. Su questa danno quattro tempi, di dimensioni colossali:

  • Asmodeo, l’Imperatore degli Inferi: un parallelepipedo di diorite, le cui porte bronzee sono sbarrate. Esternamente, al vertice della scalinata che conduce alle porte sempre chiuse, c’è un piccolo altare per i riti propiziatori.
  • Belial e Fierna, gli incestuosi principi-diavoli che dominano sul Flegetonte, il fiume di fuoco che attraversa gli Inferi: un tempio classico;.
  • Imperatore, il tempio dedicato al culto, indovina un po’, degli Imperatori, sia quello regnante che ai suoi predecessori: ha un pronao costituito da un grande cortile cinto da mura, alla cui porta sbarrata stanno di guardia due legionari; poi c’è la struttura del tempio vero e proprio, dove non è chiaro se sia o meno consentito l’accesso ai fedeli.
  • Dagon, il demone degli abissi che fa naufragare i marinai e che viene adorato principalmente per placare la sua fame di anime: una piscina rettangolare adorna di statue e fontane, con dei gradoni che degradano verso l’acqua.

Il gruppo decide di puntare sul Tempio dell’Imperatore, fidandosi delle indicazioni dello Sghembo; ma anche sulla spianata c’è una pattuglia che fa la ronda, quindi bisogna muoversi furtivamente per evitare di attirarne l’attenzione.

Il tempio dell’Imperatore

Grazie ad Heydak e al suo corvo, riusciamo ad avvicinarci al tempio senza farci vedere né dalla pattuglia né dai legionari di guardia. Poi il gruppo si acquatta all’ombra di un contrafforte mentre il Sicario nell’Ombra va in esplorazione.

Dall’alto, grazie al corvo, vediamo che il cortile è circondato da un porticato e finisce in una grande porta bronzea con due statue di guerrieri colossali a sorvegliarla. Dopo il cortile inizia il tempio vero e proprio, un parallelepipedo di pietra sui cui lati si aprono a intervalli regolari e a quasi tre metri dal suolo delle strettissime feritoie; sbirciandoci attraverso scopriamo che c’è un corridoio a ferro di cavallo che segue il perimetro del tempio. Sul tetto del tempio, una superficie piana  che fa  livello con il tetto del porticato del cortile (circa sette metri dal suolo), ci sono lungo il perimetro alcuni dongioni per l’acqua piovana; sul lato opposto dalla porta di ingresso c’è una grande apertura rettangolare di circa sette per tre, che dà su una stanza in cui si vedono muoversi dele figure.

Finita la ricognizione, il gruppo decide di salire sul tetto per sbirciare meglio dal lucernaio: Heydak scalando; Lucius lanciando volare su di sé e Llew (sarebbe di quarto, ma va bene lo stesso); Iris provando il suo nuovo potere bestiale: deve quindi fare un TS SAG DC 10 per non mettersi a starnazzare come un’anatra, ma per fortuna è una chierica e lo passa tranquillamente. Heyadak si avvicina furtivamente al lucernaio, per guardarci dentro senza farsi notare; la stanza è il sancta sanctorum del tempio: alle pareti ci sono dei rilievi che raffigurano i volti dei sette Erodi e in basso cinque sacerdoti stanno eseguendo un rito guidati da un pontefice con un pastorale; ma ad allarmare il nostro Sicario sono due figure, due diavoli coperti di aculei e dalla ampie ali da pipistrello, che stanno risalendo a spirale verso l’apertura. Non c’è tempo da perdere: bisogna correre subito a nascondersi, prima che escano fuori!


I sette Imperatori

Nei quasi mille anni trascorsi da quando Erode Nicatore scacciò gli Elfi e conquistò il Meridione, sono saliti al trono sette imperatori:

  • Erode Nicatore
  • Erode II Necrofago
  • Erode III Filodemo
  • Erode IV Aristobulo Sotere
  • Erode V Aristobulo Ireneo
  • Erode VI Monoftalmo
  • Erode VII Policrate

Lucius, Llew e Iris corrono verso il cortile e si gettano di sotto volando, andando a nascondersi dietro le colonne del porticato. Heydak, che si trovava più indietro, li rincorre, gettandosi verso il cortile e rimanendo appeso al cornicione, provando a passare per una metopa. I diavoli, usciti dal lucernaio, sorvolano a bassa quota il tetto e si gettano in picchiata nel cortile facendo il pelo a Heydak. Tiriamo tutti la furtività e la canna solo la solita Iris, ma il master non svela se sia da considerarsi una prova di gruppo o individuale. È con questo dubbio che finiamo la sessione, mentre i diavoli rientrano nel sancta sanctorum. Se ci abbiano visto o no, lo sapremo la prossima sessione.


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