Volume II, quinta sessione – Nella tana dei Trogloditi

Cronaca della quinta sessione della seconda avventura “Per favore non mordermi sul collo” della campagna di D&D “Quella sporca quartina

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In breve

Ci siamo infiltrati nella tana dei Trogloditi seminando morte e distruzione: tanto siamo i buoni, no?

L’isola dei Trogloditi

Eravamo rimasti con i personaggi che erano appena arrivati sull’isolotto dei Trogloditi al centro del lago. L’isola è fatta di nera pietra vulcanica, coperta di una sabbia scura e di un pietrisco irregolare e tagliente; arrivando all’isola abbiamo notato tre grandi caverne al livello dell’acqua del lago, ma abbiamo preferito girarci al largo e approdare su una piccola baia sul lato opposto. Abbiamo tirato la barca in secca e adesso siamo pronti per darci all’esplorazione; siamo ormai al pomeriggio inoltrato (la traversata da Forno ha richiesto qualche ora) e sappiamo che tra poco, all’imbrunire, i Trogloditi usciranno dalle loro tane.

Davanti a noi si torva un piccolo sentiero in salita, che si inerpica verso il centro dell’isolotto. Decidiamo di mandare il corvo di Heydak in avanscoperta, che Alberto ha deciso di battezzare Odino, rendendolo degno di una scheda tutta per lui.

Odino ci avvisa che non ci sono mostri o pericoli lungo il sentiero, ma che sulla sommità c’è un ampio cerchio di pietre al cui centro c’è un altare con due Trogloditi di guardia; sulla sommità di alcuni dei pilastri in pietra sono scolpiti dei doccioni a forma di drago e l’altare è ricoperto da delle piastrelle nere che vorrebbero richiamare delle scaglie di drago.

Il cerchio di pietre

Ci avviciniamo furtivamente alla Stonehenge dei Trogloditi e, da lontano, come dei cecchini centriamo le guardie e le mandiamo nel mondo dei più; una delle due prima di morire ha fatto in tempo a urlare, quindi abbiamo il dubbio che questo abbia messo in allarme gli altri troglo.

Heydak decide di entrare nel cerchio di pietre e, appena varca la circonferenza immaginaria su cui sono adagiate le pietre, i cinque doccioni si animano, tingendosi ciascuno di un colore (bianco, blu, nero, rosso, verde) e si gettano in picchiata sul povero Heydak: iniziativa!

La battaglia con i cinque mini-draghi vede Heydak e Llew in mischia, mentre Iris li stermina a botte di dardi traccianti e Lucius un po’ cincischia, poiché sta ancora imparando a gestire i nuovi poteri che si sono appena risvegliati in lui.

Il rosso dopo aver colpito il gruppo con il suo soffio di fuoco, si getta su Lucius che provava a nascondersi dietro una colonna; il bianco, colpito da Llew, esplode in una sfera di gelo, mentre il blu lo tartassa con i fulmini magici che sprigiona dalle fauci; il verde viene distrutto quasi subito. E’ il nero a rivelarsi quello più ostico e per abbatterlo Heydak deve saltargli sulla groppa con un passo d’ombra e massacrarlo con il suo pugnale.

Finita la battaglia, ci fiondiamo giù per le scale che scendono verso la tana dei trogloditi.

I buoni siamo noi

Scendiamo le scale e ci ritroviamo in una vasta sala illuminata da torce, con delle piastrelle alle pareti e sul pavimento. Tutto sommato questi Trogloditi sono meno selvaggi di quello che appare. Non facciamo tempo ad ammirare l’architettura, che sentiamo dei passi di una pattuglia arrivare da un corridoio alla nostra sinistra; alla destra c’è una porta, quindi l’apriamo e ce la chiudiamo alle spalle.

Attraverso la porta, sentiamo che i trogloditi stanno salendo le scale, per indagare i rumori della battaglia. Ci guardiamo attorno e scopriamo di essere in un corridoio, illuminato, lungo e tortuoso, su cui danno diverse stanze e diramazioni. Per farla breve, siccome siamo i buoni, diamo fuoco al magazzino delle provviste e, trovata una stanza piena di guardie, appicchiamo fuoco ai pagliericci prima che possano reagire e blocchiamo la porta facendoli morire affumicati.

Galvanizzati dalle nostre prodezze, proseguiamo l’esplorazione in modalità stealth finché Iris non inciampa su una piastra a pressione, beccandosi un po’ di danni e dando l’allarme; davanti a noi, nel corridoio, si trova la stanza delle guardie e queste sbucano fuori per affrontarci; tra di loro c’è anche un Troglodita monaca con una maschera dalle sembianze di drago, che svanisce per poi ricomparire dietro a Lucius, provando ad assassinarlo. Nel frattempo Llew taglia teste a destra e a manca, ma poi risparmia la vita dell’ultimo troglodita rimasto, per avere informazioni su cosa ci aspetta.

Llew fa da interprete

Scopriamo in quel momento che Llew, forte della sua infima intelligenza, riesce a capirsi perfettamente con il bestiale Troglodita e quindi otteniamo una breve descrizione del villaggio di sotto e del luogo in cui si trova Apollonia: il tempio di Zannafiera. Ringraziamo, mandandolo a dormire con un cazzotto.

Udiamo i rumori dei passi delle altre guardie che si stanno avvicinando e, per evitarle, ci lanciamo di sotto verso il secondo livello, che affronteremo nella prossima sessione.


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