Volume II, nona sessione – Nella macchia

Cronaca della nona sessione della seconda avventura “Per favore non mordermi sul collo” della campagna di D&D “Quella sporca quartina

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In breve

Ci siamo addentrati nella Macchia degli Ambulalberi, dove abbiamo fatto la conoscenza della Dolce Lena e della driade Euridice, che è decisamente alterata perché, dopo che i Boscaioli ne hanno staccato un virgulto, l’Albero della Vita sta morendo. Stiamo provando a fare da pacieri.

Jorr, il capo dei guerrieri

Eravamo rimasti con il gruppo che, giunto al villaggio dei Boscaioli, aveva sventato l’attacco di un branco di lupi guidati da un terribile mannaro. Dopo averlo ucciso il mannaro aveva ripreso la sua forma umana, quella di Jogdald, uno dei guerrieri che i Boscaioli avevano mandato nella Macchia per convincere la driade Euridice a terminare le ostilità, dovute al fatto che i Boscaioli avevano reciso un virgulto dell’Albero della Vita per difendersi dai morti che ritornano durante la Luna di Sangue. Ormai è scesa la sera e, dopo che Iris ha dato fondo ai suoi poteri per rianimare Jogdald, il gruppo va a dormire, in un capanno messo a disposizione da Jorr, il capo dei guerrieri, che attualmente è alla guida del villaggio.

La sessione inizia la mattina dopo. Per prima cosa andiamo nella sala comune, la grande costruzione con tetto a nave rovesciata che si affaccia sullo spiazzo al cui centro è stato piantato il virgulto dell’Albero della Vita. Ci troviamo Jorr con i guerrieri, intenti a festeggiare la vittoria di ieri sui mannari e a discutere su come difendersi dai prossimi attacchi. Alle nostre domande, ci spiegano di nuovo che il virgulto lo hanno reciso dall’Albero della Vita, che si trova nel cuore della Macchia, su consiglio della Dolce Lena e che da quel giorno durante la Luna di Sangue i morti non sono più riusciti a penetrare nel villaggio. Certo adesso c’è il problema della driade, che ha giurato vendetta; ci vorrebbe una soluzione per salvare capra e cavoli, ma non sanno come fare.

Hellwig, la sciamana dei Boscaioli

Poi ci rechiamo a trovare Jogdald e lo interroghiamo su cosa sia successo; il guerriero è ancora debole (d’altronde Heydak lo aveva centrato con una supposta esplosiva su per il culo!) e con voce flebile ci dice di non ricordare granché: lui e i suoi quattro compagni (Dagfinn, Helgrend, Snorgrenn e Varnold) si sono avventurati nella Macchia e, dopo il primo giorno di esplorazione, non ricorda più nulla: solo un senso di rabbia e un appetito per la violenza che non aveva mai provato prima.

Jogdald è stato ricoverato nella capanna di Hellwig, la sciamana dei Boscaioli; la stamberga è piena di amuleti e cose simili, ma l’attenzione di tutti cade su cinque teste essiccate; Hellwig spiega candidamente che sono quelle dei suoi ex mariti, i cui spiriti sono intrappolati dentro la testa, in modo da farle compagnia. Chiediamo anche a lei delle informazioni sulla Dolce Lena e ci dice che è una Forestara, ossia un’elfa silvana, che vive da molti anni nella Macchia; non aggiunge molto altro. Lucius, che si è da poco scoperto essere un satiro assatanato di sesso, decide di provarci anche con la Bugbear, ma Hellwig lo rifiuta: i suoi cinque ex mariti erano tutti guerrieri valorosi; Lucius non è proprio il suo tipo.

Torniamo da Jorr e annunciamo che andremo noi nella Macchia a cercare di convincere la driade a smettere di sguinzagliare mannari contro il villaggio; in cambio vogliamo che, se risolviamo la situazione, i Boscaioli ci aiutino nella nostra guerra contro il Duca. Dopo che ha accettato, chiediamo a Jorr una guida attraverso i boschi; lui ci propone o Jogdald (che si regge in piedi a fatica, ma è pur sempre un valoroso guerriero) o Svan (un Bugbear minuto e un po’ schifato da tutti, che preferisce passare il suo tempo nella Macchia che al villaggio). Il gruppo sceglie Svan e, guidato da lui, si addentra nella foresta.

Nella Macchia degli Ambulalberi

Mano a mano che ci addentriamo nella foresta, questa di fa sempre più intricata e tenebrosa, ma Svan ci guidata agevolmente lungo i sentieri che la solcano; noi gli chiediamo di guidarci innanzitutto al capanno della Dolce Lena e lui ci spiega che così non riusciremo ad arrivare in un giorno alla collina dell’Albero della Vita, anche perché la neve rallenta molto i nostri movimenti non appena usciamo dai sentieri: dovremo fermarci a pernottare da qualche parte nella Macchia.

Durante la marcia, una volta entrati nel fitto della foresta, incappiamo in due Ambulalberi che la stanno pattugliando, ma riusciamo a infrattarci nel sottobosco prima che ci notino; guardiamo le due gigantesche piante viventi passare oltre e ci guardiamo bene da attirare la loro attenzione. A pomeriggio inoltrato, dopo aver passato un ponticello su uno dei ruscelli che scendono lungo la foresta, entriamo in un’ampia radura piena di laghetti e acquitrini, al centro della quale, su un isoletta, sorge un capanno: la casa della Dolce Lena. Per fortuna il ghiaccio che ricopre i laghetti e bello spesso e riusciamo a raggiungere il capanno senza finire a mollo.

La Dolce Lena

La troviamo sull’uscio ad aspettarci: un’elfa di età indefinibile che ci invita ad entrare per ripararci dal freddo e bere un bel brodo caldo. L’interno è spartano: una grande stanza, con un bel camino acceso su cui bolle un paiolo con la zuppa e due porte che portano a due stanze sul retro.

Iniziamo prendendola di petto: perché hai consigliato ai Boscaioli di recidere il virgulto, se questo avrebbe scatenato l’ira di Euridice? Lei serafica risponde che così ha risolto il problema che le era stato posto e che se la driade è una pazza egoista che non vuole aiutare gli altri, beh, allora se la stanno prendendo con la persona sbagliata.

Comunque il gruppo mangia con gusto e si fa ospitare per la notte; Lucius ci prova con la Dolce Lena e fa un super tiro di Persuasione e quindi si ritira con l’elfa nella stanza sul retro per una notte si sesso sfrenato. Malgrado le urla, gli altri riescono in qualche modo a dormire e ad Heydak, che già di suo è insonne, sembra di sentire dei rumori, come se delle creature si aggirassero attorno alla casetta. Per il resto, la notte passa tranquilla e l’indomani salutiamo Lena per dirigerci nel cuore della macchia, da Euridice.

Mannari, di nuovo

Questa volta canniamo il tiro di Sopravvivenza e, mente percorriamo uno stretto sentiero coperto di neve, improvvisamente la vegetazione dormiente si risveglia da sotto la neve e prova ad avvinghiarsi attorno alle caviglie dei PG, mentre 10 lupi e un mannaro escono dalla foresta ai lati del sentiero per assaltarli: siamo caduti in un’imboscata!

Il combattimento è piuttosto difficile, tra i viticci che bloccano i personaggi e i lupi che sono sospinti dall’ira del branco. Heydak salta su un ramo e Lucius vola via; così mentre loro bersagliano dall’alto i nemici, Llew li falcia con il suo spadone, mentre Iris si dà da fare per tenere tutti in piedi. Risolta la pratica, notiamo che anche questo mannaro si trasforma in Boscaiolo una volta ucciso: si tratta di Helgrenn, come Svan ci spiega.

Euridice

Riprendiamo il sentiero e in poco tempo giungiamo a una grande radura, al cui centro si erge un colle sulla cui sommità svetta solitaria un’imponente conifera. Il gruppo inizia a salire le pendici del colle e, mano a mano che prosegue, si accorge che il bosco lentamente li segue, restringendo via via la radura. Quando raggiungiamo la sommità, ormai la radura è larga meno di venti metri.

Notiamo subito che sotto di noi la neve è coperta dagli aghi lasciati cadere dall’albero, i cui rami sono ormai spogli e si stanno velocemente seccando: l’Albero della Vita sta morendo! A questo punto notiamo che una delle radici dell’albero è invece la forma contorta della driade inginocchiata ai piedi della pianta. Lentamente Euridice si leva: la sua pelle è come la corteccia di un albero durante l’inverno, secca e scura, e i suoi movimenti sono lenti e scattosi.

Quando vede Svan, uno dei Boscaioli, ci apostrofa con odio, chiedendo cosa siamo venuti a rubare questa volta. Con difficoltà, la convinciamo ad ascoltarci e a non farci schiacciare dagki Ambulalberi che fanno capolino dalla foresta. Le chiediamo se sarebbe disposta a perdonare i Boscaioli, qualora noi li convincessimo a renderle il virgulto; lei ci ribatte che sta morendo assieme all’albero e che le rimane poco tempo: facessimo in fretta e lei vedrà di salvare il salvabile.

Il gruppo, senza chiedere altro, si volta e parte con Svan alla volta del villaggio, deciso a chiedere ai Boscaioli di restituire il virgulto. Decidiamo di forzare un po’ la marcia per arrivare prima possibile al villaggio; dormiremo nella foresta e raggiungeremo il villaggio alla mattina del prossimo giorno: inizierà da qui la prossima sessione.


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